Chiantishire

Chiantishire volume 3

Nei giorni scorsi dai miei canali social e da quelli di Storiebrute ho diffuso la notizia per cui finalmente il terzo volume di Chiantishire era concluso. Sarà polpa di carta reale in occasione del festival ARF! di Roma di settimana prossima. Sarà un volume molto ricco, con episodi più lunghi e dettagliati dei precedenti.
Se non avete idea di che diavolo sto parlando, Chiantishire è la saga a fumetti che sto realizzando da qualche anno. Incentrata soprattutto sulla civiltà etrusca e sui culti dionisiaci. Per approfondire trovate tutto qui.
La lavorazione ha previsto tempi purtroppo sempre più dilatati a causa di vari avvenimenti che si sono susseguiti. I primi bozzetti che ho realizzato per il capitolo 8 infatti risalgono al febbraio 2020: stavo decidendo i particolari dei costumi di una dea mentre aspettavo cominciasse una lezione del mio professore di tesi. Poi tutto si è freezato per un lunghissimo periodo, in cui pensavo che le cose in sospeso si sarebbero riassestate.
Una laurea, tre cambi lavori e tre libri editi dopo mi sono ritrovata con il dover rimettere mano a tutto.

Card di presentazoine di Chiantishire volume 3
Card di presentazione di Chiantishire 3

La città perduta

Ho dovuto rivedere lo storyboard di Chiantishire alla luce di alcune scoperte personali nella fase di documentazione. Ho approfondire ulteriori aspetti molto peculiari del vissuto di Valtha in maniera visiva: erano già tutte decisioni preventivate, ma a cui non avevo ancora dato una forma visiva. Si sono aggiunte alcune parti proprio in questo volume perché fosse molto evidente il tempo che passava per Valtha. Quando ne parliamo, non è valido solo per il nostro attuale e un altro punto del tempo, ma anche per il passato perché tendiamo a immaginare le civiltà antiche come immobili.
In questo volume ho voluto far vedere due momenti molto diversi: il villanoviano, in cui Valtha è nata, e l’Orientalizzante, cioè circa 200 anni dopo. In questo lasso di tempo di cose ne sono cambiate parecchie, per la sua civiltà, perché cambiano drasticamente molte strutture.
Ma come cambiano, questo è un po’ un mistero.
Di conseguenza mi sono trovata a dover disegnare un’intera città che ormai è stata ingoiata dal tempo e di cui possediamo davvero poco.

Piccoli problemi

Per gli etruschi sono infatti molto interessanti le necropoli, le città specchio dei morti. Ma come erano fatte quelle dei vivi, possiamo immaginarlo, e non sempre per ogni periodo temporale. Disegnare Valtha e dedurne le emozioni mentre cammina per la città quindi è un’esperienza molto nuova. Posso calcolare e mettere in posa assiale i siti sacri, ma cosa c’era attorno a loro? Come viveva la gente? Quello è frutto di elucubrazioni a posteriori fatta di incrociamento di dati, che mi portano a sapere se devo disegnare tetti di paglia o di tegole, maialini o ovocaprini, pastori o agricoltori. Cose che scopro ogni giorno nuove, come una nuova forma di stoviglia. O di mobile, di materiale, di ingrediente da cucina, perché è tutto così diffuso che è quasi impossibile avere un’immagine netta e univoca di un centro abitato dell’antichità, poiché ognuno di essi ha esigenze specifiche.

Dèi ed eroi in Chiantishire

Lo script non ha subito nessun cambiamento, ho solo preferito allungare alcune scene per dare spazio ad alcune situazioni. Una è appunto la rappresentazione della città etrusca nuova, l’altra è l’arrivo, nel thiaso, dei celti: Belma, Caturiga e Bres. I tre rappresentano aspetti diversi della civiltà celtica, ma anche loro hanno avuto la loro bella fetta di documentazione da consultare.
Oltre alle vicende dei personaggi già noti, entrano in campo alcune divinità e semi-divinità. Chi ha un genitore divino e un genitore mortale, che viene sbrigativamente etichettato come ‘eroe’. Anche se magari ha cambiato idea, o ne sta cercando uno.
Con Chiantishire ho sempre voluto infatti dare spazio all’antichità mediterranea, non solo etrusca, e usare più pantheon possibili. Il mio rammarico è sempre di non avere adeguato spazio per la parte documentaristica. Devo lasciare tante informazioni che per me sono molto importanti da comunicare (ok, capisco, la dendrocronologia non è proprio la più richiesta dal pubblico magari) senza trovar loro spazio mi dispiace sempre molto.
Per il terzo volume ho consultato almeno un migliaio di pagine di studi specialistici, tra atti di convegno, cataloghi d’arte, pubblicazioni, tesi (pure delle tesi, sì). Trovarle è stato difficile, e avrei ancora dei testi che mi risultano introvabili. Altri paradossalmente li ho trovati in un mercatino dell’usato.
Informazioni importanti le ho trovate da video divulgativi, e poi da rievocatori, ricostruttori, botanici, e pure dal mio recente pellegrinaggio in Irlanda. Sì, pure là, l’ultima cosa che ho annesso l’ho trovata in Eire.
L’insieme di documentazione, come ho scritto da qualche parte, non è solo fine a sé stessa per questo volume: ho trovato cose molto interessanti che userò anche per altri progetti, poiché sono interconnessi proprio con Valtha. Uno in particolare che parla del periodo Villanoviano, molto prima della sua nascita, fatto di streghe, navi e fughe attraverso il mare.

Infine:

Ho chiuso qualcosa come un centinaio di tavole recuperando in poche settimane ciò che non ho potuto fare per mesi, avendo dato priorità ad altre situazioni che si sono esaurite. Adesso che sono libera, con impieghi stabile, collaborazioni a cui tengo molto dal punto di vista affettivo, progetti e idee posso finalmente dedicarmi ad altro. Alle illustrazioni per Chiantishire, per l’AIST e per Storiebrute.
Mi prenderò un momentino di respiro per rischedulare queste cose. Poi mi metterò subito al lavoro sul quarto volume, che sarà molto particolare perché sarà tutto ambientato in un luogo a me molto ostile: il mare. E questo vorrà dire realizzare pagine verticali per mezzi bislunghi come le navi. Perché sono difficili da disegnare, ma se c’è una cosa che adoro sono le navi di legno. Navi di legno che commerciano, che volano come avete visto in C’era una volta in Paolo Sarpi e soprattutto le navi pirata verso l’orizzonte.

Spero che questo terzo volume risponda alle attese di chi lo ha aspettato tanto e mi ha sempre rincuorato nell’attesa: ci sono delle tavole che mi piacciono moltissimo, concetti profondi e dialoghi importanti. Vi ringrazio per la pazienza e per la voglia di leggere.

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