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Villa Giulia: Fumetti etruschi

Il racconto della storia antica tramite il fumetto, al museo nazionale etrusco di Villa Giulia (Roma)

Mercoledì 22 maggio terrò al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia un incontro sul fumetto storico, soprattutto etrusco. Alle 17, in Sala Fortuna, con prenotazione a storiebrute@gmail.com

Villa Giulia, fumetti etruschi: il racconto della storia antica tramite il fumetto

Si tratta di un incontro molto speciale per varie ragioni, e il poterlo tenere mi emoziona tantissimo!
Parleremo sia del fumetto storico che di varie problematiche e occasioni fornite dal media stesso quando si parla di “rappresentazione storica”. Lo faremo in una cornice molto speciale. Villa Giulia infatti è un museo importantissimo, sede di una delle collezioni etrusche più importanti sotto ogni punto di vista.
L’incontro verterà soprattutto sulla rappresentazione degli etruschi nei fumetti, del fumetto storico, un pizzico di storia del fumetto e del genere storico. Porterò come caso studio l’esperienza mia e di Storiebrute come metodo di lavoro. Con Chiantishire e i nostri nuovi titoli, che sono ambientati proprio nell’età etrusca e dell’Italia antica. Questo ci ha portato a dover destreggiarci per creare la nostra documentazione, tra fonti, cataloghi, ricerche… e un pizzichino di fantasia, che ci ha portati a poter ridisegnare città ormai perdute.

Misteri etruschi

In genere è un po’ complicato parlare di etruschi. I ritrovamenti e i “pezzi forti” non arrivano da attuali grosse città e non sono inserite nella continuità del tessuto socio-urbano come invece capita con quelli romani. Molto spesso infatti i ritrovamenti avvengono in posti molto poco frequentati o densamente popolati, al punto che le necropoli e le tombe hanno nomi molto locali (scavo del Poggio X, sito della Tomba del Carro). I centri etruschi, dalla caduta e annessione a Roma, hanno perso importanza e si sono trovati fuori dalle rotte prestigiose di cui hanno goduto nel pieno della loro fioritura. Questo quindi nel tempo ha portato allo smantellamento delle grosse strutture (i templi e i palazzi) e la sovrapposizione di urbanistiche senza un bisogno conservativo. In questo senso quindi l’estetica etrusca ha proceduto su binari diversi da quella latina e greca nella percezione del pubblico, congelandosi nelle tombe. Le uniche cosa ben evidenti che si sono salvate infatti sono le necropoli e i tumuli. Le città dei morti, che nell’apice della civiltà hanno sviluppato forme complesse e davvero monumentali. Questo, tra le altre, ha contribuito a creare quell’immagine degli etruschi come misteriosi.

Ecco perché oggi abbiamo oggetti di “piccola” taglia – arrivano soprattutto dalle necropoli. Anfore, resti di carri, scudi, decorazioni parietali delle tombe, statuette, gioielli, suppellettili vari in metallo, e solo pochi casi monumentali, come le statue di terracotta. Ma abbiamo pochissime tracce monumentarie, come gli edifici. Restano solo le basi, e tracce di infrastrutture, come i porti, le cisterne, i percorsi stradali. Molti di questi pezzi inoltre si ritrovano per motivi non sempre chiarissimi in collezioni private e pubbliche estere. Il museo di Villa Giulia, avendo percorsi molto ampi che coprono in lungo e in largo tutto l’arco di vita etrusco, è una sede importantissima. Non solo conserva e comunica, ma nel corso di questi ultimi anni ha creato legami importanti con le arti contemporanee. Ospita eventi, esposizioni e incontri diversi. Proprio negli ultimi anni hanno aumentato i contenuti social di divulgazione, con video in cui raccontano le opere in loro conservazione, dando spiegazioni approfondite e alla portata di tutti, oltre alle mostre, collaborazioni, presentazioni, mostre di arte contemporanea. Io questa volta porto i fumetti.

Storia & Fumetti

Il Fumetto è un medium tra i più giovani, ma soprattutto tra i più poveri. Si può realizzare con una matita e un foglio e la parte più importante non è il disegno, ma la scrittura e il saperla raccontare. Grazie all’applicazione dei disegni e alla scrittura di personaggi e vicende, è possibile rimettere in scena gli scenari di tempi e luoghi ormai passati, se non irrimediabilmente perduti. L’affezione che si prova per i personaggi e le loro vicende può trascinare chi legge in un’immersione nell’ambientazione. Questo avviene anche grazie alla documentazione che autori e autrici riescono a radunare, interiorizzare e trasmettere.
L’accesso alle fonti, alla loro interpretazione e alla resa è infatti un tema molto importante quando parliamo di “genere storico”. Nei media visuali (videogames, fumetto, serie tv, cinema) aggiunge gradi di complessità e pone diversi traguardi rispetto ai media solo narrativi (romanzi, racconti). La documentazione non si realizza semplicemente guardando i primi 5 risultati da google. Si tratta di un fattore complicato che si interlaccia con la domanda più importante di tutte: che cosa voglio raccontare?
Io ho cominciato con Chiantishire, e da anni mi focalizzo sulla civiltà etrusca e sui rapporti che teneva con le civiltà vicine. Cercando e cercando ho trovato molte cose, approfondimenti diversi, che mi hanno portato a poter sviluppare altre storie. Ma tutto era partito perché avevo una storia da raccontare e l’arte che mi ha ispirata.

Apollo, Ercole e gli Sposi a Villa Giulia

Qualche anno fa (era forse il 2005) accompagnai la mia famiglia nel primo viaggio a Roma, quando stavo per cominciare a studiare storia antica. In quei mesi era tornato visibile dopo il restauro l’Apollo di Veio, così pianificammo di visitare il museo. Avevo appena cominciato a studiare gli etruschi, dopo gli accenni casuali nella scuola dell’obbligo. Ero rimasta molto affascinata da alcuni aspetti sociali ed artistici che hanno influito sia i miei disegni che le mie strutture narrative. Ricordo che fui sorpresa da sale e corridoi pieni di cose bellissime e interessanti, da incisioni alfabetiche ai vasi, anche più piccoli, sovraccaricata già dall’idea di come faccio a farci stare tutto in un disegno, in una storia, in un fumetto? Perché avrei dovuto applicare già un criterio di esclusione.
Trovai l’Apollo, l’Ercole e, dopo una ricerca più avventurosa, anche il famosissimo Sarcofagi degli Sposi. Finalmente, dal vivo, in terracotta, nella loro apparente minuscola monumentalità rispetto ai resti più poderosi della Roma classica. Le espressioni, le vesti svolazzanti, i capelli e tutto.
oggi nel 2024 quando disegno i costumi per Chiantishire, soprattutto per le divinità e Dioniso, riguardo l’Apollo, il modo in cui le vesti svolazzano e tutto l’insieme di un mondo variopinto.
Il Sarcofago degli Sposi è l’opera-base etrusca che ha dato la base per tutto Chiantishire: ritorna tutta le volte che disegno Valtha in compagnia, o che ricorda, il marito Aplu con cui condivideva appunto il vino e la gestione della casa.

Sono molto felice ed elettrizzata di poter parlare di fumetto, documentazione ed etruschi proprio a VIlla Giulia, ci si vede al museo!

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