C'era una volta in Paolo Sarpi

C’era una volta in Paolo Sarpi – Oloc

Arthie è una magi, ma sebbene viva una vita piena di gnomi, folletti, fate, coboldi, creature strane che escono dalle fottute pareti ed Eni, è comunque nel pieno deL 21° secolo, e ha un oloc con sé.

Ha della strumentazione con cui telefonare, conservare delle foto e messaggiare.

Nel mondo di C’era una volta i maghi hanno un rapporto strano con la tecnologia digitale, poiché la loro magia scaturisce direttamente dai flussi naturali. Per quanto non si trovino a loro agio con il digitale, si trovano molto bene invece con la meccanica e l’analogica. Possono montare e smontare pezzi e ricostruire quello che vogliono, e poi infondere dei rituali nei meccanismi. E oplà, ecco gli Olocomunicatori.

Un Pezzo Forte

I magi non credono negli oggetti a replica industriale, ma preferiscono gli oggetti dedicati. Ogni Oloc quindi ha un aspetto diverso dall’altro, costruito sulle esigenze del magi che lo commissiona. Di base sono molto utili come bussola, mappe stellari, piccolo archivio veloce, messaggistica. Alcuni possono proiettare un ologramma della persona che sta chiamando, a figura intera o mezzo busto, che risulta di colore turchino e piena di stelline.
La forma e l’ingombro sono del tutto a gusto del magi, basta che poi abbia lo spazio per inserire jack, chiavette, spinotti e chissà che altro. Molto utile come archivio momentaneo prima di riversare tutto ordinatamente nel grimorio.

L'Olocomunicatore.

Arthie ne ha uno a forma di conchiglia, mentre Brenno ha uno smarphone vecchiotto e scassato. Arthie usa l’olocomunicatore davvero per tante cose diverse, dalla memoria archivio a piccolo album di fotografie per le amicizie lontane.

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