C'era una volta in Paolo Sarpi

Pridemonth: Enibish

Buongiorno! Con molto ritardo causa lavoro sono riuscita a completare l’ultimo disegno per il Pridemonth. Anche se è tecnicamente il primo di luglio, ma qui a Milano il Pride sarà domani.

Il post di oggi non riguarda personaggi di Chiantishire, ma di C’era una volta in Paolo Sarpi, il mio primo romanzo edito da Acheron Books. Si tratta di un urban fantasy ambientato ai “giorni nostri” a Milano, con maghi, streghe, creature fantastiche, spettri (Milano è una città di fantasmi), gnomi armati di ascia, unicorni ed Enibish. In comune con Chiantishire ha il worldbuilding: le vicende di entrambi, anche se slegate tra loro, si muovono nello stesso mondo. La differenza è solo che mentre Valtha è una menade e ha a che fare quotidianamente con divinità, Arthemysia è una magi e le divinità non le ha mai viste di persona, perché le prega nei templi o negli spazi aperti deputati.

Enibish

Eni è un saltimbanco: un po’ creativo, un po’ artista, musicista, attore, un po’ ladruncolo e un po’ commerciante. Un vagabondo che si aggira dalle parti di via Paolo Sarpi a Milano a proporre cianfrusaglie, incantesimi, oggetti rari. Non lo vedrete se non vuole essere visto. La sua arte principale è cacciarsi in guai più grandi di lui – non ci vuole tanto, è alto un metro e sessanta capelli compresi – e far arrabbiare gli stregoni più sbagliati. Record mondiale di battersela prima possibile con capriole. Lo avevo già presentato in questo post, con un ritrattino in tradizionale.

La sua vita seminomade l’ha passata anche sulla via della Seta, in Tibet, in India e chissà dove, sempre pronto a raccontarne le meraviglie. In C’era una volta in Paolo Sarpi la protagonista è Arthemysia, una maga, che Eni si diverte parecchio a darle ai nervi e pungolarla. Arthie è precisa, puntuale, ordinata fino alla mania del controllo, Eni… le sposta le cose solo per farla infuriare.

Enibish: particolare

Eni è pansessuale. Vive da solo perché ha sempre un gran da fare da una parte o l’altra e può sparire per mesi senza dare spiegazioni, o darne troppe. E’ un tipetto che parla tanto ma non dice mai molto. Gli piacciono molto le cose preziose che luccicano.
Natio dell’Asia centrale, è sempre pronto a raccontarne prodigi e meraviglie dimenticate, ma da chissà quanto non ci ritorna. Anche se ha il cuore piccolo, è pieno di gigantesche malinconie.

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