C'era una volta in Paolo Sarpi

C’era una volta in Paolo Sarpi – Il Corredo Magi

Buongiorno!
Oggi inauguriamo la sessione dedicata al corredo magico che ogni Magi deve possedere per essere definito un/a Magi perbene.
Si tratta di una serie di oggetti che sono personali, non cedibili e artigianali. Non possono essere maneggiati da chicchessia o peggio, senza permesso.
La società dei magi non è basata sull’industria pesante, ma su economie di scambi e imprese di commercio. Hanno della loro tecnologia, ma è basata su meccanismi e assemblati su misura. Preferiscono usare materiali di buona qualità, così che siano durevoli: qualcuno che ha sempre cose nuove è un mercante, e quindi opulente, e non è proprio ben visto dai magi perbene. Arthie ne sa qualcosa: i suoi genitori sono mercanti, e suo papà è tra quelli più importanti.
Anche la moda ne risente, e nel modo in cui qualcuno sfoggia o indossa lo scettro, le bacchette o porta l’asta sta comunicando una condizione particolare alla comunità. Nel caso di Arthie, anche se lei non ha nessun ruolo nella vita mercantile dei suoi genitori, porta comunque lo scettro annodato in vita alla loro maniera, così che la gente la squadra un po’ male. In C’era una volta in Paolo Sarpi edito da Acheron Books i Magi hanno molti tipi di aste, bacchette e scettri diversi.

Oggi vedremo proprio:

Lo Scettro

Ci sono varie tipologie di scettro, che condiziona anche il resto del corredo magico, in base all’età del magi:

  • Bacchetta, lunga dal gomito all’indice presa a 11 anni. Quando questa esplode e si spezza, nasce il famiglio del magi. Si radunano le ceneri, per quanto è possibile, e conservate per lo scettro. Fino all’età adulta, il magi usa una seconda bacchetta ex novo, riprendendo le misure. Gli adulti più vicino al bambino lavorano la bacchetta, in genere un ramo di un albero particolare in cui si inserisce un anima di fiori ed essenze, in cima un cristallo catalizzatore e poi, man mano, il bambino la personalizza come preferisce.
  • Scettro: va dal piede all’anca del magi adulto, e può mantenere gli stessi ingredienti della bacchetta, o diversi. Nell’anima ci sono le ceneri della bacchetta d’infanzia, che permettono allo scettro di sintonizzarsi con il cuore del magi. Finché non si spezza o viene distrutto, resta col magi.
  • Asta: . I magi hanno una vita longeva e capita quindi che siano insigniti di un’alta carica o ruolo. In questo caso, per le occasioni pubbliche almeno, hanno un’asta molto più alta di loro, sontuosa e importante, che prende il posto dello scettro personale. O possono ostinarsi a usare ancora lo scettro, che è più maneggevole se hanno una vita ancora un po’ avventurosa, mentre i più anziani la usano come bastone per muoversi.
Scettro magico di Arthie
Lo scettro di Arthie – nella gamma di violetti

Lo scettro di Arthie

è ricavato da legno di sambuco, verderosato, e cristalli di dolomite. Sono bianchi vagamente rosati, spigolosi e riflettono la luce.

Alla testa di mazza – la sommità – Arthie ha legato cordini di lana delle capre alpine, e ha tessuto campanelli e rondelle di legno, dove ha inciso dei caratteri retici, una scrittura attestata nel IV secolo a.C. sulle Alpi trentine anche se in pochi esemplari. È una scrittura spigolosa che ricorda sia i caratteri etruschi che quelli runici: dato che era una zona molto ricca e a contatto sia con le realtà germaniche oltralpe che coi “vicini” celti e che gli etruschi erano mercanti molto curiosi, una struttura alfabetica che aveva la caratteristica di essere incisa può assommare caratteri simili a tutte quelle vicine. In fondo l’alfabeto si usava per il commercio e per le dediche religiose.

Brenno non ha la bacchetta?

Brenno non è un magi, quindi non ha lo scettro da adulto. Ma dato che sua mamma è magi, da ragazzino viveva a Rix Belvaso e aveva una bacchettina da infanzia. Quando però si è spezzata e non è nato nessun famiglio, è stato chiaro che Brenno non avrebbe potuto essere un magi, così una volta grande ha seguito suo papà tra i wero, e non ha quindi nessun corredo magico personale.

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