C'era una volta in Paolo Sarpi

C’era una volta in Paolo Sarpi – Famiglio

Cos’è un mago senza il proprio famiglio?
Sapete, in genere i maghi hanno un calderone che borbotta, vivono in una torre sgangherata e trafficano con strane boccette che contengono fegato di drago avvelenato.
Poi c’è il gatto, il famiglio, che scorrazza e gli lancia occhiate di accondiscendenza.

Nel mondo di C’era una volta in Paolo Sarpi i magi vivono in una torre, hanno strane boccette, e sì, ci sono un sacco di gatti perché servono al servizio postale.
Ma il famiglio è un’altra faccenda.

L’amico immaginario dei magi

Nella tradizione medievale, il mago ha un famiglio, mentre la strega porta un animale nero (un gatto, un gallo, più raramente un capro) al sabba per sacrificarlo. Il famiglio è una specie di assistente del mago. Spesso gli si attribuisce il potere di mutare forma – sarebbe quindi un’altra forma del mago-, o di parlare, o di essere un diavolo, o un costrutto (detto homunculus). Insomma, a seconda della zona, il rapporto persona con magia – creatura suddita varia nei rapporti di potere.

Ma la costante è che c’è sempre un mago con un suo animale fidato. Con cui parlano, discutono, preparano i filtri… insomma, può essere un altro sé stesso, o un compagno di vita.

Gatto famiglio incantato.

I Famigli dei Magi

In C’era una volta in Paolo Sarpi il famiglio è un animale effettivamente legato al magi. Anzi, è la prova che un magi è… un magi.
Quando la bacchetta dei bambini si spezza ed esplode perché accumula troppo potere, dalla scintilla di magia scaturisce il famiglio.
All’inizio può essere solo una fiammella, ma prima possibile si sublima nella forma di un animale cucciolo che cresce con il suo magi. In genere hanno gli aspetti più diversi, spesso può essere un po’ ingombrante, ma hanno sempre le fattezze di un animale, mai soprannaturale. Quindi gatti, cani, topolini, merli: spesso hanno le fattezze di una bestiola della zona del magi.
Il loro aspetto non significa nulla in qualità di buono o cattivo.
Non sono fisici, ma sono delle nebulose di stelle che fluttuano accanto al loro magi. Possono interagire con lui, aiutarlo, compiere qualche azione.
Il loro aspetto è proprio di un ritaglio di volta celeste: ogni famiglio mostra una costellazione specifica, o una stella, o un quadrante di cielo particolare. A seconda di ciò che succede nella vita del magi, in parte rimbalza anche sul famiglio e sulle sue stelle.
In C’era una volta in Paolo Sarpi si vedono molti famigli degli aspetti più bizzarri, e non tutti hanno le stelle accese. Ma guizzano, saltellano, corrono, parlano. Quando non si vedono, è perché stanno dormendo nel grimorio.

Non esiste un magi senza famiglio, e non esiste famiglio senza magi.

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